L’Economist, dedicandogli una copertina, ha definito la blockchain come la macchina della fiducia. La sua tecnologia che nasce per consente di condividere registri contabili e rendere sicuro e irreversibile ogni loro registrazione sta diventando la base per innumerevoli applicazioni in molti ambiti.
Per comprendere fino in fondo l’utilizzo della blockchain e come questa tecnologia possa contribuire a una innumerevole serie di applicazioni è necessario partire dal significato di fiducia e assumerne tutte le implicazioni all’interno di una organizzazione o gruppo sociale.
In che modo la fiducia può essere un volano per la sostenibilità? Quali sono le implicazioni più profonde della blockchain? Perché c’è tutto questo interesse intorno a questa tecnologia? Quali sono le grandi opportunità di business per le aziende che decidono di adottarla?
E’ dunque opportuno analizzare la blockchain sia dal punto di vista della tecnologia (es. come funziona, gli smart contracts, criptovalute) sia dal punto di vista di business (es. opportunità economiche, applicabilità ai processi aziendali, applicabilità ai diversi settori produttivi).
Alcuni osservatori affermano che la blockchain renderà inutile il ruolo del regolatore, della terza parte garante delle transazioni sia essa lo Stato o la banca o qualsiasi altro soggetto che faccia da garante tra le parti. È veramente così o non tengono conto di alcuni aspetti fondanti?
E quale è la garanzia di sicurezza che può offrire la blockchain? Cerchiamo di rispondere a tutte queste domande e di aggiungere qualche considerazione per una tecnologia che promette di cambiare molto del modo di fare affari, del modo di essere della burocrazia della PA, del modo di vivere di interi gruppi sociali.