L’Internet of Things è in continua evoluzione, tanto da poter essere qualificato come un ecosistema che consente lo sviluppo di diverse applicazioni (es. “smart”). In questo ecosistema da qualche tempo si sta evolvendo anche la blockchain che è un database distribuito, una sorta di libro mastro (ledger) al quale vengono applicate misure di sicurezza sempre più elevate. La blockchain può essere configurata come una infrastruttura destinata a fornire servizi, tanto che è possibile qualificarla come “Blockchain as a service”. Uno dei temi che può essere oggetto di sviluppo sulla base della infrastruttura della blockchain è quello della identità elettronica (eID) anche alla luce del Regolamento europeo 910/2014 e del codice dell’amministrazione digitale (CAD – D.Lgs. 82/2005)).
In questo scenario spiccano i temi relativi alla protezione dei dati personali e alla privacy. In Europa la Carta dei Diritti Fondamentali Dell’unione Europea riconosce la privacy e la protezione dei dati personali come diritti fondamentali (rispettivamente art. 7 e art. 8). A ciò si aggiunge la legislazione europea con il nuovo Regolamento 679/2016 (meglio noto come GDPR – General Data Protection Regulation). Va certamente considerato anche il codice privacy italiano (D.Lgs. 196/2003) che – alla luce del GDPR – dovrà comunque subire qualche adeguamento.
Il concetto di sicurezza è diverso da quello della protezione dei dati personali e/o della privacy; non è possibile garantire una adeguata protezione dei dati personali unicamente aumentando le misure di sicurezza, ma c’è comunque bisogno di attenersi all’impianto normativo.
Il dato personale è un valore e come tale va adeguatamente protetto.